mercoledì 24 gennaio 2018

Noi Lesser siamo duri a morire!

24|01|2027 - Philadelphia

Riemergere dall'anestesia dopo due giorni di coma farmaceutico causato dalle molteplici operazioni, fu una vera impresa. La coscienza di James riaffiorava per una manciata di secondi ed a malapena riusciva ad avvertire il calore della stanza, il tessuto morbido del lenzuolo che lo ricopriva, o poche parole dette nell'aria. Più e più volte cercava di aprire le labbra o gli occhi, ma questi ultimi sembravano non voler seguire i comandi dati dal cervello. 

Quando riuscì ad essere cosciente per quasi una mezzora, si arrese nel tentativo di aprire gli occhi, sfruttando l'unico altro senso che pareva funzionare indipendentemente dal suo volere: l'udito.

"Signori Lesser, vostro figlio è un combattente, non è la prima volta che lo abbiamo ospitato qui al Philadelphia General Hospital." Disse una voce gentile, tenendo il tono basso, ma macchiato di una lieve preoccupazione. "I valori sono stabili, ed il nostro chirurgo migliore ha seguito la procedura senza alcuna problematica." Aggiunse la piccola CEO cercando di risultare rassicurante."
"Voglio stare con lui. Posso stare con lui vero? Ha bisogno di sua madre, Joseph vai a prendere la valigia in macchina..."
"Signora Lesser, capisco quello che sta passando ma sarebbe meglio se..."
"Ah si? Anche a suo figlio un criminale ha amputato un braccio rischiando di ucciderlo?"
"No, certo... ma... vede, i medici..."
"Allora niente! Lui è mio figlio! Mio, non suo! Io so cosa è meglio per lui! Ed in questo momento ha bisogno di sua madre! Sono stata chiara!?"
"S-si certo... le farò portare una poltrona comoda..."

Marianne Lesser aveva dedicato la propria vita alla famiglia. Era presente ad ogni evento importante dei propri figli, li accudiva con severità, con amore ed era sempre presente a sostenere i sogni dei propri figli per spronarli a dare il meglio.

"Nostro Signore ci ha creati a propria immagine e somiglianza, James. Se passi la tua vita da debosciato non solo offendi Lui ma fai fare anche una brutta figura a tua Madre, quindi non piangerti addosso, alza le chiappe dal divano e datti da fare!"

Gli era stato detto una decina di giorni dall'uscita dall'ospedale, dopo l'operazione al ginocchio, quando il medico sportivo gli aveva chiarito l'impossibilità di giocare nel futuro. Marianne gli aveva lasciato i suoi tempi, gli aveva dato spazio per pensare, per fare il punto della situazione, ma quando James era arrivato al punto di vagabondare per casa, passando dal divano al letto, dovette prendere in mano la situazione.
Gli si piantò davanti al televisore lanciando addosso un canovaccio, costringendolo a sistemare il solaio.
Solaio dove James si ritrovò a leggere i vecchi diari di guerra del nonno, dove vide per la prima volta le foto e le medaglie ottenute dall'eroe di famiglia.
Solaio dove decise cos'avrebbe fatto della sua vita.

Il viso di sua madre fu il primo che vide quando finalmente si svegliò. La vide sorridere con le lacrime agli occhi mentre lo carezzava amorevolmente, dicendogli che tutto era andato bene, che era fiero di lui, che avrebbe superato anche quella prova, che i Lesser sono duri a morire e non gettano mai la spugna.
Gli strinse la mano quando James ebbe il coraggio di guardarsi la spalla sinistra, fasciata notando l'assenza del braccio. Gliela strinse quando il soldato perse le forze, cominciando a singhiozzare come un bambino davanti all'evidenza.

"Guardami James... Guardami. Lo so... so cosa stai pensando, ma concentrati su di me ok? Guardami. Tu puoi farcela. Hai lottato per quello che ritieni giusto e si sei rimasto ferito, ma è solo una ferita."
"Ho perso un braccio ma'! Non è solo una ferita, sono un cazzo di mutilato, uno storpio!"
"No! Non lo sei, sei un eroe! Il Colonnello Bering è venuto a trovarti ed ha già organizzato tutto per farti avere un braccio nuovo, e quella piccoletta della Thorne ci ha assicurato che sarai fuori in un attimo."
"... ma'..."
"Lo so... lo so piccolo mio ma ora datti un contegno, supererai anche questa, riposa, rimettiti in forze e poi alza le chiappe da quel letto che hai un lavoro da fare. Noi Lesser siamo duri a morire!"

martedì 9 gennaio 2018

"Farò il possibile per non crepare, d'accordo?"

23|09|2014 - Lawrence 
Joseph Lesser è sempre stato un uomo di fatica da fin che James ne abbia memoria. Un uomo semplice che passa la vita fra i campi, le fiere contadine, a letto con la moglie, ed in chiesa come ogni sano uomo timorato di Dio. Si è sempre tirato fuori da ogni faccenda che non gli competesse, perchè aveva da fare. Si è sempre dimostrato un padre attento, di quelli che fanno i distaccati crescendo i figli con le maniere dure e virili da vero uomo.
Per questo motivo quando James decise di parlare con il padre del suo futuro, si aspettava già un dissenso spicciolo.
"Tu cosa?"

"Mi sono arruolato, pa'"


"Non è vero."


"Si."


"Stai scherzando."


"No, pa' mi sono arruolato. Come il nonno."


"Lo uccido.... io lo uccido."


"Chi?"


"Tuo nonno razza di screanzato, io lo uccido sempre a riempirti la testa con quelle storie sui militari in missione."

"Non è colpa sua è una cosa che voglio fare, pa'."


"Lo uccido. Sentito Marianne? io lo uccido il tuo vecchio, lo uccido!"


Marianne Lesser, era la tipica madre di famiglia, amorevole e severa, con la cucina piena di libri di ricette passate di generazione in generazione, dove si raccoglieva la tradizione che riportava in vita con i suoi piatti. Lei, dalle forme prospere e rotonde, dopo le numerose gravidanze, si assicurava sempre che i figli mangiassero quei cinque pasti fondamentali e che avessero sempre la biancheria pulita perché "non si sa mai!"
"cosa?"

"Ho detto che uccido il tuo vecchio!"


"Cos'ha fatto adesso, sentiamo."


"ha convinto tuo figlio ad arruolarsi nell'esercito."


"davvero?"



"Si! ha convinto tuo figlio a farsi ammazzare in qualche terra straniera dimenticata da Dio dove bevono the caldo con quaranta gradi all'ombra e baciano un tappeto, per la miseria."

"Papà stai esagerando..."


"Joseph per l'amor del cielo, non ti agitare, pensa al cuore..."


"Tuo figlio vuole diventare un militare, ed il mio cuore sta bene!

Dimmi perché, James? Se vuoi farti ammazzare puoi sempre ammazzarti di fatica con me. nei campi!"

"Non voglio coltivare campi per il resto della mia vita."


"E chi mi aiuterà adesso?"


"Pà, hai sette figli, di certo gli aiutanti non mancheranno."


"Ma lo senti? te lo dico io Maryanne, ci ritornerà in una cassa e non ci rimarrà altro che una bandiera come soprammobile."



"Stai esagerando Joseph! Tuo figlio vuole combinare qualcosa nella sua vita e ne dovresti essere orgoglioso! ora smettila di lagnarti e da' la tua benedizione a James."

"No!"


"Si!"


"Andrà a farsi ammazzare da qualche pazzo terrorista!"


"Se succederà lo avrà fatto per uno scopo nobile! Diventerà un eroe!"


"..."


"Pà?"


"Cosa vuoi?"


"Farò il possibile per non crepare, d'accordo?"



"Sarà meglio James, perché se accadrà non ci saranno santi che tengano, verrò a prenderti a calci nel culo fino a che non ti rialzerai in piedi."

"Ok, pà."



"Ed ora vai a lavarti le mani, fra poco si cena e fatti venire in mente qualche preghiera decente, perché sarai tu a dire grazie questa volta, e sarà meglio che abbia una lunghezza adeguata questa volta!"

lunedì 20 marzo 2017

Mutation: Part One

20|03|2024 - Philadelphia

Risvegliarsi da un incubo mai avuto prima ha lo stesso effetto di pigliarsi una pallottola in pieno petto senza giubbotto anti-proiettili.

James apre di scatto gli occhi annaspando senza fiato e stringe con le mani le coperte. 
Il panico dipinto in volto, gli occhi allucinati ed è completamente madido di sudore freddo.
Con fretta allunga le mani sul comodino cercando di premere il pulsante dell'abat-jour colpendo il bicchiere d'acqua che cade a terra infrangendosi in schegge bagnate.
è solo un incubo...
Chiude gli occhi cercando di recuperare la calma, ma il viso del demone ancora ritorna a fissarlo con le fauci spalancate ed i canini sanguinanti.
Spalanca gli occhi cominciando a puntare lo sguardo a destra e manca nella stanza, fissando le ombre con il timore che possa emergere all'improvviso da esse, solo dopo una decina di minuti riesce a recuperare il fiato ed a muovere i muscoli indolenziti dalla tensione fino al bagno.
Si bagna il viso più e più volte mentre sente una fitta allo stomaco ed il sapore della bile in bocca.
Stringe con forza il bordo del lavandino avvicinando il volto allo specchio concentrando lo sguardo sui propri occhi e cercando di ignorare i giochi dettati dall'immaginazione che lo portano a rivedere il volto del demone sovrimpresso al proprio.

Solo quando decide d'infilare direttamente la testa sotto il getto dell'acqua gelida comincia ad ottenere un minimo di chiarezza.

Sospira, chiude il rubinetto e si passa sulla testa l'asciugamano ritrovandosi pochi secondi dopo a fissare le ciocche chiare di capelli sparsi su di esso.

Il cuore riprende a martellare mentre si avvicina ancora allo specchio, la mano che passa fra i capelli umidi che gli restano appiccicati addosso, lasciando buchi sul capo lungo il profilo del mento.
What a fu...


lunedì 13 marzo 2017

Green Soldier Project

13|03|2024 - Philadelphia

L'appartamento che ha preso in affitto si trova nella Old City e si trova al quarto piano di una palazzina datata e priva d'ascensore, di quelle con l'intonaco alle pareti scrostato e dalle assi dei gradini scricchiolanti.
Quando ci mise piede la prima volta gli venne presentata dall'affittuario come un buon affare, una casa con delle "buone vibrazioni" ed una buona struttura, accennando vagamente ai "pochi" lavoretti di manutenzione che necessitava per rimetterla a nuovo.
Nulla di troppo importante, e nulla che non potesse sbrigare da solo.
Dopo una buona mezzora di contrattazione, si strinsero la mano e gli vennero date le chiavi.
L'appartamento aveva due stanze, un soggiorno annesso ad una cucina abitabile, una camera da letto, un bagno, uno sgabuzzino, un letto ed un frigorifero rumoroso.

Si svegliò la mattina presto per la solita corsa preparandosi di tutto punto per proteggersi dal freddo stagionale e quando aprì la porta della palazzina si ritrovò davanti un uomo in giacca e cravatta con occhiali scusi sul viso che poggiava le natiche alla portiera di un auto nera dai finestrini oscurati.
Colonnello Bering.
Sergente.
James rimase immobile in cima alla corta scalinata con ancora in mano gli auricolari a squadrare l'auto con la fronte corrugata, e l'uomo poggiato su di essa che ricambiava il proprio sguardo a braccia conserte e con un sorriso appena accennato sul viso quasi stesse divertendosi per la situazione.
Posso chiedere cosa ci fa qui a Philadelphia?
Puoi farlo.
Si scostò dalla portiera e l'aprì per poi indicare al ragazzo l'interno dell'abitacolo con un cenno del capo.
Non era mai stato un uomo dalle molte parole, a meno che non fossero necessarie a fronte di una missione o nell'impartire ordini, e James si era sempre dimostrato un soldato ligio e rispettoso sia delle regole che della forma.
Si mise gli auricolari in tasca ed eseguì l'ordine entrando all'interno del veicolo prima del Colonnello per poi attendere sul sedile che questi prendesse posto.
Nel più totale silenzio il Colonnello Bering recuperò una ventiquattrore dalla quale estrasse un fascicolo che gli venne consegnato, permettendogli di leggere il titolo.
Progetto: Soldato Verde. Di che si tratta Colonnello?
Questo, Sergente, è un progetto che va avanti dalla caduta del gruppo Eagle, portato avanti dal Governo ed ancora in fase di prova. Ogni corpo delle forze americane vaglia i propri soldati allo scopo di determinare chi fra di essi possa essere in grado di sostenere modifiche ed up-grade in grado di migliorarne le proprie capacità fisiche a fronte di minacce future.

Lo sguardo venne sostenuto, senza che nessuno lo impedisse, soprattutto dopo che l'uomo si fu levato gli occhiali per intascarli all'interno dell'abito scuro. Gli occhi grigi erano determinati ed anche se i capelli di taglio militare mostravano il grigio degli anni accumulati, dava l'impressione di essere in grado di entrare in azione da un momento all'altro.
E Lei vuole che ne faccia parte.
Esattamente.
La stretta di James sul fascicolo si fece più salda ed il suo sguardo ritornò a fissare il nome in codice del progetto mentre la mano libera sfiorava l'addome dove le cicatrici frastagliate erano diventate un marchio indelebile della lotta impari sostenuta.
Colonnello, io non faccio più parte della Delta Force. Lei stesso mi ha consigliato ed indirizzato verso la Force.
Sergente, non si finisce mai di far parte della Delta Force come di qualsiasi altro corpo militare.
 I soldati non smettono di essere tali quando lasciano il proprio reggimento ne tantomeno.
James rimase a fissare il fascicolo, cominciando a sfogliarlo ed a leggere rapidamente le informazioni riportate all'interno di esso, analizzando ogni punto e comprendendo come quell'innesto fosse in grado di mitigare il divario che era presente contro i Meta-Umani..
In questo modo sarai in grado di fronteggiare i "problemi" di questa città

A quando l'operazione d'innesto?
Fra un ora. La sala operatoria è già pronta, non ti toglieremo molto tempo e sarai pronto per il tuo prossimo turno. Che ne dici, accetti?
Yes sir.
L'auto si mise in modo pochi minuti dopo lasciandosi alle spalle la palazzina per dirigersi verso uno dei distaccamenti della Delta Force.